Primo classificato
Alberto Pellai – Ricciocapricco e Bettaperfetta (Centro Studi Erickson, 2009)
L’autore, il dottor Alberto Pellai – ci sia consentita questa premessa, per nulla scontata, soprattutto di questi tempi – ha dimostrato di conoscere la lingua italiana, e di saperla usare in modo corretto. Se l’aspetto formale è dunque assolutamente impeccabile, la storia è ben raccontata, simpatica e originale, anche nei suoi aspetti paradossali ed apparentemente esagerati, e può essere emblematica di un certo modo di vivere i rapporti famigliari, e quindi ha una sua ben precisa attualità, innestandosi nei bisogni e nelle problematiche dei bambini. La struttura ricorda un poco quella di taluni programmi televisivi in cui, a sbrogliare la matassa, interviene l’esperto che, dall’alto della sua esperienza, spiega pazientemente alle persone quello che dovrebbero comprendere con un po’ di sano buon senso. Che poi la soluzione proposta funzioni sempre nella realtà, come avviene in questo racconto, è un altro paio di maniche. I personaggi, anche se con tratti apparentemente forzati, sono molto realistici, e corrispondono a tipi umani che tutti abbiamo sotto gli occhi. I disegni, infine, sono di ottima fattura. La commissione, nel sottolineare il valore educativo del racconto, si è posta una domanda un po’ maliziosa, ossia se Ricciocapriccio e Bettaperfetta sia realmente un racconto per bambini, o se i veri destinatari siano piuttosto gli adulti…
Alberto Costantini
Secondo classificato
Giuseppe Viroli – La fata Verdura (Edizioni Sì)
Cominciamo col dire che l’espressione è particolarmente felice: il linguaggio è semplice ma corretto, con alternanza di prosa, rima, battute di tipo teatrale. La storia ha un intento morale, ma che non disturba, anche per il tono simpatico e scanzonato che la pervade; discreto l’apparato di disegni.
Alberto Costantini
Terzo classificato
Angelo Doni – Storie dal negozio all’angolo… (HB International Edizioni, 2007)
Il libro si compone di otto racconti, che hanno protagonisti diversi, dalla cipolla alla banana, una campana piuttosto che una margherita, ma tutte con un insegnamento che ne scaturisce in modo originale e divertente, non lezioso o retorico. Emergono situazioni di assoluta attualità, come l’emarginazione di chi non rispecchia i canoni della modernità o di chiunque si dimostri, per un qualsiasi motivo, diverso da noi. Importante quindi far riflettere i piccoli lettori sull’umiltà e la tolleranza, l’uguaglianza e la giustizia, senza cadere sul banale. L’impianto grafico risulta molto buono.
Moira Ferrari