Primo classificato
Silvia Zoico – Testa e croce (Valentina Editore, 2006)
La scelta del titolo Testa e croce di Silvia Zoico consente di comprendere sin dal principio la misura dell’operazione poetica dell’autrice. La congiuntiva e viene posta in sostituzione della ben più prevedibile disgiuntiva o, normalmente presente nel gioco della monetina; in realtà tale scelta non ha come finalità l’eliminazione di una delle alternative possibili e quindi una semplificazione esistenziale, sia essa sulla carta o sulla vita. La disgiunzione infatti è ancora presente, anche se ad un livello differente: non più un aut aut tra la vittoria e la sconfitta, ma tra la consapevolezza e l’inconsapevolezza. Elementi, la testa e la croce, entrambi necessari per la composizione dei testi presenti nel volume, perfettamente rispettosi delle regole formali – siano essi sonetti o terze rime, dotati di schemi prosodici rigorosi e progressioni ineccepibili delle rime -, ma non solo, delle regole etiche che qualsiasi presa di posizione, in versi e non in versi, comporta. Il concetto di artefare, così sfortunatamente frainteso a causa della deriva presa nella corrente lingua italica, trascina con sé un senso di innaturalezza e di falsità, vissuto quasi con fastidio; ma è proprio questa consapevolezza il motore dell’intero libro, che grazie al gioco dell’arte come bella menzogna, non intende dire nient’altro che la verità.
Luca Rizzatello